Comunicazione scientifica by Rossella Panarese

Comunicazione scientifica by Rossella Panarese

autore:Rossella Panarese [Panarese, Rossella]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Treccani
pubblicato: 2021-05-09T22:00:00+00:00


La figura pubblica dello scienziato

Nella prima parte del Novecento la comunità scientifica compì un decisivo passaggio nella conquista di una dimensione pubblica. Nei primi decenni gli scienziati diventarono figure di riferimento e di successo non solo per il loro lavoro (nel 1919 “The Times” dedicò la prima pagina alla teoria della relatività del fisico tedesco Albert Einstein, titolando Revolution in science), ma anche nel loro impegno politico (come testimonia la fama del matematico e filosofo britannico Bertrand Russell e delle sue tesi pacifiste). La popolarizzazione della scienza è un altro segno di questo successo. Nel 1920 la rivista “Scientific American” offrì un premio di 5.000 dollari a chi avesse proposto il miglior articolo divulgativo sulla relatività (Einstein non partecipò e il vincitore fu Lyndon Bolton, un londinese impiegato nell’ufficio brevetti).

Dopo la fine della Seconda guerra mondiale la dimensione pubblica dello scienziato ebbe invece, dal punto di vista del gradimento, un andamento altalenante. Il nucleare militare e la crescita della sensibilità ambientalista (il libro denuncia Silent spring della biologa e zoologa statunitense Rachel Carson fu pubblicato nel 1962) cominciarono a mettere in discussione l’idea lineare di progresso scientifico e l’autorità di alcuni scienziati. Mentre il dibattito culturale più sensibile alla scienza iniziò a porre la questione che non ci debbano essere gerarchie nella cultura, e che la scienza è un patrimonio di tutti, non solo un sapere specialistico per pochi esperti (lo scienziato e scrittore britannico Charles Percy Snow pubblicò il testo The two cultures nel 1959; trad. it. 1963).

Il nuovo millennio introduce nel dibattito pubblico una figura di scienziato ancora più sfaccettata, sempre meno idealizzata e più radicata, nel bene e nel male, nei diversi contesti sociali. Lo scienziato è sì ancora l’esperto, ma la sua competenza è sempre più definita all’interno di specializzazioni disciplinari; è un membro di una comunità che condivide successi, ma anche competizioni e disaccordi; è un cittadino che come tutti gli altri può perseguire vantaggi personali: è un professionista che spesso si misura con il mercato e con la capacità di attrarre interessi.

I cittadini non esperti devono orientarsi in tutto questo. E la comunicazione pubblica della scienza si candida a mediatrice di questo rapporto. L’obiettivo è favorire un legame di fiducia, condizione necessaria e sufficiente affinché la dimensione democratica della cittadinanza possa davvero attuarsi.



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